Roberto coltivava da tempo il desiderio di fare volontariato in ATT, anche in relazione al fatto che aveva avuto un’esperienza molto positiva con l’Associazione per la malattia della mamma. “Quando sono venuto in pensione dopo anni a giro per il mondo occupandomi di marketing internazionale, ho seguito l’esempio di mia sorella che già era volontaria ATT. Sono stato mosso dalla gratitudine e dalla voglia di provare a fare qualcosa per il prossimo”.
Ha cominciato in punta di piedi facendo qualche postazione esterna durante le campagne e poi ha deciso di dedicare un pomeriggio la settimana al lavoro d’ufficio che molto è attività di centralino. “Nel tempo il mio impegno è aumentato, faccio molte postazioni di piazza durante le campagne con i prodotti solidali, partecipo a qualche evento di raccolta fondi e non mi tiro indietro di fronte a nessun compito”.
Roberto affronta questa esperienza con grande positività. “Sono una persona aperta, amo il rapporto umano ed interpersonale per cui non trovo difficoltà né in ufficio né nelle postazioni esterne. Fare volontariato all’ATT mi sta dando molto, moltissimo in termini umani e di conoscenza di realtà tristi, di dolore a cui talvolta si aggiunge un vero disagio materiale. Si cresce, si matura e si diventa più disponibili e meno egoisti “.
Fra le tante storie e persone conosciute in questi anni, ne ricorda una in particolare. “Una telefonata per una presa in carico di un paziente oncologico uomo di 85 anni; chi telefonava era la moglie ,coetanea, vivevano soli con difficoltà nel reperire anche un semplice aiuto per cucinare qualcosa. La moglie implorava aiuto per il marito che aveva bisogno di tutto ma anche lei non poteva fare molto. Parlava ,parlava a sfogarsi ….quasi una supplica. Queste situazioni ti toccano”.
