Chiara lavora in ATT come psicologa. Per lei prendersi cura dei malati oncologici “è compiere un percorso insieme, è porgere loro il proprio braccio su cui possono sorreggersi fisicamente e psicologicamente per non perdere le forze necessarie a combattere”.
“Entrare nella loro casa, nel loro mondo più intimo – spiega- crea un legame profondo: è come diventare parte integrante di quella famiglia, vuol dire gioire con loro per i successi del percorso o soffrire per i momenti in cui invece magari le terapie non funzionano”.
Il lavoro dello psiconcologo è complesso e sfaccettato, con aspetti positivi e negativi. “L’aspetto più bello è sicuramente l’ESSERCI, offrire la propria professionalità per migliorare la qualità di vita di chi soffre. È mettere a loro disposizione un ascolto silenzioso, ossia ascoltare attentamente non solo le parole ma soprattutto i silenzi, le emozioni, le lacrime che le accompagnano così da creare uno spazio sicuro alla sofferenza del paziente. Questo aspetto porta con sé anche grandi difficoltà perché è veramente complesso sostenere/stare nel e con il silenzio ed il dolore fisico e psicologico del paziente. Altrettanto importante emotivamente è assistere al decadimento fisico che la malattia oncologica comporta”.
Per Chiara ogni incontro quotidiano è un’esperienza che rimane indistintamente impressa dentro di lei. “Ogni paziente è per me UNICO, ogni vissuto ed ogni storia che ascolto è UNICA. Le situazioni forse più emotivamente difficili riguardano i pazienti giovani: leggere nei loro occhi la richiesta di aiuto, la disperazione e la paura per un futuro incerto ha su di me un impatto emotivo profondo”.